domenica 25 luglio 2010

“Le circostanze: opportunità o traversie?”

Si è conclusa CulturalEstate2010 la rassegna culturale organizzata e curata dal Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere “Dama Bianca” cui quest’anno è stato dato il titolo: “Le circostanze: opportunità o traversie?”.

Perché questo titolo?

Semplicemente perché si è voluto proporre un percorso teso ad approfondire, a capire e, perché no, a dissipare quello che nella quotidianità risulta un vero e proprio equivoco: separare le circostanze buone da quelle che si ritengono cattive e considerare quest’ultime come un’obiezione per la propria felicità, per lo sviluppo della propria umanità. Si pensi, ad esempio, all’attuale crisi economica che sta facendo perdere molti posti di lavoro, con tutto ciò che ne consegue, all’alluvione dello scorso anno che ha colpito le zone attorno a Giampilieri; si pensi a come davanti ai nostri occhi un mondo stia crollando a causa di leggi che non sanno più difendere il bene della vita o della famiglia o alle situazioni drammatiche personali e sociali che molti vivono. Ecco tutte queste circostanze siamo abituati a viverle con la massima negatività, mentre don Giussani non si stancava di ripetere che le circostanze, tutte le circostanze, buone o meno buone che siano, sono «fattore essenziale e non secondario della nostra vocazione, sono parte della modalità con cui il Mistero, con cui Dio ci chiama, ci sfida, ci educa». E questo, val la pena sottolinearlo, è vero per tutti non solo per gli uomini di chiesa.

Così attraverso il film “The road” di John Hillcoat, tratto dal libro capolavoro di Cormac McCarthy, abbiamo visto come un padre e un figlio, tra i pochi sopravvissuti in un’America devastata da un cataclisma di cui non si conosce l’origine, si aiutano a non perdere la propria umanità, magari cedendo alla pratica del cannibalismo o alla tentazione del suicidio, ma si accompagnano lungo la strada che li condurrà verso le coste del Sud finendo così per giungere al proprio destino e quindi a ritrovare nuova vita.

Con la proiezione del film Popieluszko - il prete polacco che negli anni ’80 divenne spina nel fianco del regime comunista - ci siamo resi conto come il destino, verso cui si sono diretti i protagonisti di "The road", nella storia dell’umanità ha assunto un volto e un nome specifico che è quello di Gesù Cristo. L’affezione di padre Jerzy Popieluszko a quel Cristo che egli incontrò in giovane età l’ha condotto alla morte. Anche in questo caso una circostanza drammatica come il martirio non ha rappresentato la fine di tutto, ma un nuovo inizio per un intero popolo, quello polacco, al punto tale che Giovanni Paolo II, ricordando la figura di padre Jerzy, ha detto che egli è a tutti gli effetti il padre dell’Europa dei nostri giorni.

Con l'incontro dal titolo: "Paion traversie e invece sono opportunità" è stato messo in evidenza come l’incontro con Cristo è in grado di generare una umanità nuova tra coloro che si riconoscono in Lui. Un’umanità nuova tale da spingere persone a mettersi insieme, a realizzare delle opere di carità nel tentativo di dare una risposta al gravoso problema della povertà in tutti i suoi aspetti. Tentare di rispondere, perché quello che i volontari dei Centri di Solidarietà in tutta Italia realizzano è innanzitutto la condivisione di un bisogno. Infatti ancor prima di mangiare, bere, dormire, lavorare, etc… quel che ognuno di noi nella vita ha più bisogno è soddisfare il desiderio di felicità che lo determina. E questo bisogno non fa alcuna distinzione tra poveri e ricchi.

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